sabato 8 febbraio 2014

Antica chiesetta di Santa Fosca a Pescul di Selva di Cadore, Val Fiorentina (Belluno)



Bellissima, sia all'interno che all'esterno.
L'esterno è caratteristico per l'enorme affresco raffigurante San Cristoforo, santo medioevale di incerta origine e storia, più probabilmente uno dei tanti santi 'riciclati al cristianesimo' da tradizioni pagane.
San Cristoforo viene rappresentato da una inconografia molto diffusa, con grandi immagini quasi sempre nei muri esterni di una chiesa, soprattutto ben visibili da lontano. Al Santo è attribuito il potere di salvare le persone in imminente improvviso pericolo di morte, perciò dev'essere visibile dalla campagna e dai luoghi di lavoro.



Santa Fosca - Pescul di Selva di Cadore - Belluno DolomitiSanta Fosca - Pescul di Selva di Cadore - Belluno Dolomiti

la Chiesa di Santa Fosca a Borgnano

SANTA FOSCA

Borgnano è adossato alla collinetta di Santa Fosca, una piccola altura sulla cui sommità è stata edificata una chiesetta.

La Chiesetta Medioevale è stata eretta nel 1826 ed è appunto dedicata a Santa Fosca.

Con la crescita di Borgnano è ora piccola per la popolazione ed è stata rimpiazzata dalla più grande Chiesa Parrocchiale, nel centro del paese, a breve distanza.



Chiesetta di Santa Fosca

Chiesa di Santa Maria e Santa Fosca a Dueville (Vicenza)

 
Dueville Piazza Monza; Tel. 0444-590140

Il titolo esatto della pieve pare sia stato S. Maria de duabus villis e starebbe quindi ad indicare una pieve unica per due nuclei abitativi. Il recente ritrovamento nella zona di una necropoli longobarda fa pensare ad una fusione in un unico centro di una doppia comunità (una longobardica e una cattolicoromana) prima coesistente. Il titolo di Santa Fosca sarebbe stato dunque distinto in origine da quello di Santa Maria. L’imponente chiesa attuale, dei primi decenni di questo secolo, è adorna di pregevoli affreschi di Agostino Pegrossi.

La casa studentesca Santa Fosca a Venezia



La Casa studentesca Santa Fosca - come il preesistente Istituto Canal-Marovich - sorge sulle rovine di quella che fu la maestosa chiesa di Santa Maria de' Servi e dell'adiacente convento, che ebbe come ospite più illustre, a cavallo tra Cinquecento e Seicento, lo storico Fra' Paolo Sarpi.

Nel 1314 i Servi di Maria, ordine mendicante fondato nel secolo XIII da sette laici fiorentini, giunsero a Venezia.

Subito intrapresero la costruzione di una chiesa che potesse gareggiare con quelle di altri ordini religiosi: con la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, dei Domenicani, con S. Stefano, degli Agostiniani e con la basilica dei Frari, edificata dai Francescani.
La chiesa fu fondata su un terreno ai bordi della città e il convento si affacciava addirittura sulla laguna in via di bonifica. I lavori si protrassero per più di 150 anni e la chiesa venne inaugurata ufficialmente il 7 novembre del 1491.

Nel frattempo in città cominciarono ad insediarsi alcune comunità laiche, tra cui quella dei mercanti di seta di Lucca, che fondarono, tra il 1360 e il 1376, la Cappella del Volto Santo, detta dei Lucchesi, tuttora esistente e costruita da maestranze provenienti dalla Toscana che trasferirono a Venezia un esempio dell'architettura gotica di quella regione.

Molte immagini ci permettono una ricostruzione del complesso chiesa dei Servi-Convento-Cappella dei Lucchesi, così com'era priva della distruzione della grande basilica: tra tutte spicca la carta di Venezia di Jacopo de' Barbari, che "fotografa" dall'alto la venezia del 1500, e che mostra la magnificenza della chiesa dei Servi, con la grande cupola lignea che sovrastava l'edificio.
L'impianto della basilica, di proporzioni imponenti, orientata secondo i canoni consueti est-ovest, ci è restituito da una pianta del Vicentini del 1920 e dai rilievi dell'arch. Giuliano Pavon. Misurava circa 20 metri per 75, era ad una sola navata con tre cappelle absidali e arredata all'interno da 22 altari. Al centro della navata si trovava un grande coro sormontato da una grande cupola.


La facciata della chiesa sul campo dei Servi è ben rappresentata da una veduta del Lovisa. Si presentava come un'imponente architettura gotica con grandi finestroni e due piccoli rosoni.
Sul lato sud, attuale ingresso alla Casa studentesca Santa Fosca, si erge il secondo grande portale, detto di S. Pellegrino, a suo tempo esso era sormontato da una scultura dedicata alla Madonna della Misericordia, oggi sulla facciata della Scuola dei Calegheri a S. Tomà.
Tra le mura del grande convento visse e morì fra Paolo Sarpi, storico insigne, che nei primi anni del Seicento difese la Serenissima nella contesa con la Santa Sede che aveva portato all'interdetto contro Venezia. Vi passò anche Galileo Galilei, che illustrò il funzionamento del cannocchiale all'amico Paolo Sarpi prima del famoso esperimento sul Campanile di S. Marco.
Nel 1769 un violento incendio devastò gli edifici del convento. Cominciava così la decadenza della complesso sacro. Tra il 1806 e il 1810, dopo gli editti napoleonici il convento dei Servi, come molte altre istituzioni religiose veneziane, venne soppresso. Cominciava così la spoliazione delle innumerevoli opere d'arte contenute negli edifici sacri della città, e cominciava anche la grande demolizione della chiesa e del convento, che si trasformano in una cava di materiali da costruzione. Nel 1821, quando vengono arrestate le demolizioni, il luogo si presentava fortemente degradato.

Il 27 aprile 1859 i luoghi che oggi ospitano al Casa studentesca vengono acquistati dall'abate Daniele Canal, sacerdote veneziano impegnato in opere di assistenza, e da Anna Maria Marovich, di cui l'abate era il precettore; il loro progetto era creare un edificio che accogliesse le donne uscite dal carcere. Il primo novembre 1864 fu inaugurato il "patronato per le dimesse dal carcere" che poi diventerà più appropriatamente "Casa della Sacra Famiglia" .
Furono recuperati i manufatti esistenti, fabbricati nuovi edifici sulle poche strutture rimaste; anche molto del materiale di spoglio del convento e della chiesa fu riutilizzato. Fu inoltre riportata agli antichi splendori la Cappella dei Lucchesi, che negli anni era diventata un magazzino e versava in uno stato di avanzato degrado.

Negli anni l’Istituto Canal-Marovich divenne molto importante per la città: basti pensare che agli inizi del nuovo secolo assisteva 250 ragazze con l'aiuto di 50 Madri dell'Istituto delle "Pie Signore riparatrici dei SS. Cuori di Gesù e Maria" conosciute con il nome di Suore della Riparazione.

Negli anni '80, venuto meno l'uso degli edifici come centro di rieducazione femminile, gli ampi spazi si prestavano ad essere destinati a nuovi progetti ed iniziative. La comunità di Betania, con la mensa per i senza fissa dimora, viene fondata nel 1980.

La storia della Casa studentesca Santa Fosca comincia invece il 4 luglio del 1981 quando il Patriarca Marco Cè comunica a don Fausto Bonini la disponibilità di alcuni spazi dell'istituto Canal-Marovich. La comunità di studenti, inizialmente costituita da venti ragazze, negli anni è diventata sempre più numerosa, riadattando le strutture dell'istituto alle nuove esigenze, e nel 2002 conta circa 120 presenze. Le strutture sono state sottoposte ad un recente e ampio intervento di restauro e di messa a norma degli impianti, finanziati dalla legge speciale per il Giubileo.
La scommessa per i prossimi anni è un nuovo intervento di restauro sulla Cappella dei Lucchesi, così che possa essere resa utilizzabile come luogo di preghiera e come sala aperta alla città




La Chiesa di Santa Fosca a Torcello (Laguna di Venezia)

La chiesa di Santa Fosca è un edificio religioso dell'isola di Torcello, nella laguna di Venezia, parte del più ampio complesso della cattedrale di Santa Maria Assunta.

Storia e Struttura

L'edificio a pianta circolare, splendido esempio dello stile veneto-bizantino, sorge appena discosto da quanto rimane della piazza dell'antica città e accanto alla basilica e ai resti dell'antico battistero. Una chiesa, già con l'attuale nome, risulta esistente nel sito nella prima metà del IX secolo venne citata come oggetto di benefici concessi dall'imperatore Ludovico il Pio alla basilica di San Zeno di Verona. Attorno al mille l'edificio fu forse coinvolto nella campagna edilizia voluta dal vescovo torcellano Orso Orseolo per la ricostruzione dell'intero complesso della cattedrale. Nel 1011 un nuovo riferimento documentale relativo alla chiesa cita un lascito testamentario in favore della stessa da parte di due sorelle, Bona e Fortunata. Dell'originario aspetto dell'edificio non abbiamo notizie, ma ne conosciamo le funzioni di reliquiario nei confronti del complesso religioso torcellano, su modello paleocristiano di chiesa-battistero-martyrion diffuso nei territori dell'Esarcato bizantino. I legami con la chiesa veronese testimoniano poi una particolare condizione di autonomia e importanza rispetto all'attigua chiesa madre della diocesi torcellana.
L'edificio assunse l'aspetto attuale attorno al XII secolo, quando venne riedificato per accogliere le reliquie delle martiri Fosca e Maura, giunte da Sabratha, in Africa.
All’esterno l'edificio è circondato da un portico che lo circonda su cinque lati. Gli archi sono rette da colonne a piede rialzato ed eleganti capitelli bizantini. L’interno è a croce greca, a tre navate con absidi. Il tutto è sovrastato da cupola circolare, mentre i motivi decorativi risentono dell'influenza bizantina d'età comnena.

La Chiesa di Santa Fosca a Cannaregio (Venezia)

La chiesa di Santa Fosca è un edificio religioso della città di Venezia, situato nel sestiere di Cannaregio. Adiacente alla Strada Nova, si affaccia sul campo omonimo, di fronte al monumento a Paolo Sarpi.

Storia

Fondata attorno al X secolo, subì vari interventi. L'aspetto attuale risale alla riedificazione della prima metà del XVIII secolo. La facciata attuale fu realizzata grazie all'intervento finanziario della nobile famiglia Donà (i lavori furono iniziati nel 1733 e si conclusero forse nel 1741). Il progetto è dell'architetto Domenico Rossi con uno schema semplice.
È attualmente una chiesa vicariale compresa nella parrocchia di San Marcuola (vicariato di Cannaregio-Estuario, patriarcato di Venezia).

Descrizione

Il semplice schema architettonico prevede un grande timpano sostenuto da quattro semicolonne,con un grande portale sormontato da un coronamento curvilineo. L'interno si presenta ad unica navata con quattro altari alle pareti e presbiterio in forma quadrata. Le decorazioni sono particolarmente opere di autori  del XVII e XVIII secolo.

Chiesa di Santa Fosca
La chiesa con il monumento a Paolo Sarpi in Campo Santa Fosca
La chiesa con il monumento a Paolo Sarpi in Campo Santa Fosca
Stato Italia Italia
Regione Veneto
Località Venezia
Religione Cristiana Cattolica
Titolare Fosca
Diocesi Patriarcato di Venezia
Consacrazione 1733 (ultima)

Le Rete di Santa Fosca nelle Terre della Storia



L'Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e l'Associazione L'Altratavola
hanno organizzato ufficialmente la Rete di Santa Fosca, un circuito di borghi europei, che fa parte del più ampio progetto delle Terre della Storia.
Fosca (Sabrata, prima metà del III secolo – Sabrata, 250-251) è stata una santa berbera, vissuta durante il proconsolato di Quinziano. Dalla Chiesa cattolica viene venerata come santa, vergine, e martire.
Faranno parte della rete : Venezia (dove la Santa è sepolta a Torcello e dove vi è nel Sestiere Cannaregio una Chiesa a Lei dedicata), Selva di Cadore ( con l'adesione della Pro Loco : vi è una frazione che si chiama Santa Fosca) , Dignano d'Istria (Croazia, con l'adesione dell'Ente per il Turismo), Dueville (Vicenza) , Altivole (Tv) e Borgnano (Cormons, Friuli Venezia Giulia, con l' adesione dei Cenacoli del Gusto dell'Associazione l'Altratavola) .
Il 2014 sarà interamente dedicato alla conoscenza reciproca dei borghi e al lancio di una campagna d'informazione multimediale.